I pubbliredazionali, o articoli pubbliredazionali, sono un'informazione pubblicitaria impaginata e redatta similarmente ad un normale articolo di giornale [Wikipedia].
I pubbliredazionali si pagano.
Questa è una regola intrinseca del mercato dell'editoria. Altrimenti non sarebbero contenuti “pubbli”(citari), ma semplicemente redazionali.
Non c’è niente di male. I giornali (cartacei o digitali che siano) sopravvivono anche così.
Non si può fare solo pubblicità nuda e cruda, con trafiletti, paginoni o copertine, ma è giusto (e se ben fatto, anche elegante), raccontare una realtà, un evento, un professionista o un imprenditore, con un pubbliredazionale.
Che vi sia poi maggior o minor eleganza nel far trasparire la parte “pubbli” del redazionale (che comunque deve esser sempre segnalato con apposita dicitura), sta alla delicatezza (ed alla professionalità) della penna che stenderà il contenuto.
Tutti vorrebbero (illudersi di) essere tanto importanti, da meritare l’attenzione di un editore e di una redazione, per avere gratis un’intervista e un articolo.
Questo perché c’è ancora chi crede che l'editoria sia un mondo a parte, che in qualche modo sfugga alle regole del commercio e che sia finanziato integralmente dalle casse dello Stato. Ovviamente (salvo rarissimi casi) non è così già da parecchio…
Detto ciò, può succedere (per carità) che si abbia la possibilità di essere intervistati ed avere un articolo (un simil-pubbliredazionale) senza pagare, ma ciò si può verificare solo se si abbia effettivamente fatto qualcosa di così straordinario, da meritare un'attenzione particolare. O se ci sia uno spazio dedicato da riempire all'interno di un giornale/sito/rivista.
Il contenuto creato in tal modo (e in forma gratuita) permetterà comunque all'editore di monetizzare in altro modo (pubblicità da parte di altri, pay-per-click, maggior numero di copie vendute, etc…).
Oltre ad esser casi (come abbiamo già detto) piuttosto rari e spesso studiati a tavolino, questi possono essere anche realizzati con la logica del “oggi ti do una cosa gratis, ma tu domani ti sentirai in debito e dovrai comprare qualcosa da me”.
Anche perché, attenzione: chi si crede così unico e speciale da meritare sempre tutto solo gratis, verrà rapidamente bollato come un presuntuoso dal braccino corto e vedrete che la voce passerà rapidamente tra le varie redazioni, gli uffici stampa e tutti coloro che operano nel settore…
Così facendo, chi oggi potrebbe esser sinceramente interessato a voi, ma comunica per professione e non per gioco, state pur certi che difficilmente vi ricontatterà.
Fatte queste premesse, esistono poi vari modi per pagare un publiredazionale, tra cui anche il baratto.
Supponiamo, ad esempio, che voi abbiate (o siate il responsabile di) un albergo o una spa e non vogliate pagare (in toto o in parte) la cifra che vi è stata richiesta per un pubbliredazionale: ecco allora che potreste benissimo proporre un “cambio merci”, invitando il direttore della testata che deve intervistarvi, direttamente nella vostra struttura per beneficiare di un trattamento.
Magari non pagate in denaro, ma state comunque pagando.
Appare allora inutile, se non se non al limite del ridicolo, andare a ringraziare pubblicamente la testata su cui poi è apparso il vostro pubbliredazionale…
Si può benissimo dire che avete avuto il piacere di incontrare “tal dei tali” e che dalla vostra chiacchierata ne è emerso un determinato articolo (o contenuto web, che può anche essere un video), complimentandovi con la testata/l'autore per la professionalità, ma senza voler quasi prendere in giro chi dovesse intercettare il contenuto, volendo quasi far pensare che si sia trattato di un'attenzione che vi è stata rivolta in forma del tutto gratuita (che poi, abbiamo detto, gratuita non è).
Inoltre, non è tutto oro quello che luccica…Aldilà del marketing, se si avesse qualche dubbio, se non ha mai sentito parlare di quell'editore/autore, se fosse stata chiesta una cifra importante (o troppo bassa rispetto a quanto offerto), se le modalità proposte non sono parse del tutto chiare, prima di accordare un’intervista (e quindi di farsi fare l'articolo/il video/il pubbliredazionale) è bene porre alcune domande:
Da quanto esiste quel giornale/sito?
Che pubblico ha?
Che numeri ha?
Se si tratta di un sito, quanti sono i visitatori unici?
Quante interazioni ha e con che frequenza?
Ha una presenza anche social?
Chi è l'editore?
Chi è il giornalista che condurrà l'intervista?
Cosa si trova sui suoi confronti?
Nel caso di un giornale cartaceo, qual è la tiratura dichiarata?
Come e dove vengono distribuite le copie?
A che prezzo?
È possibile visionare alcune copie degli ultimi anni?
Dove viene stampato?
Conosco qualcuna delle persone che sono apparse già all'interno di quella rivista?
Posso scoprire se hanno pagato (e quanto) o se hanno avuto il contenuto in forma gratuita? Come si sono trovate? Che reale vantaggio ha portato alla loro attività?
Posso avere rassicurazioni dal mio ufficio stampa o da qualche contatto fidato sull'editore e sul giornalista con cui mi sono interfacciato?
Un'ultima nota importante: consideriamo che per riviste cartacee periodiche (mensili/bimestrali/trimestrali/quadrimestrali) stampate nell'ordine di qualche migliaio di copie, difficilmente i costi di copertina+articolo sono inferiori agli 800/900 euro. Se vi vengono chieste cifre molto diverse... insospettitevi!!