I vanitosi indicatori di "successo social": le “vanity metrics”.
Chi, come il sottoscritto, dedica molto tempo a leggere, partecipare a conferenze ed eventi, confrontarsi con altri professionisti, è mosso da un unico obiettivo ogni qualvolta si pone a realizzare contenuti (che si tratti di post per i propri siti, articoli o video): creare valore aggiunto, incuriosire, stimolare la riflessione nei lettori e magari anche il confronto...
L'integrazione tra reale e virtuale che viviamo ogni giorno da ormai molti anni, il mix tra vita vissuta "offline" e da raccontare "online", ha portato le persone a spingersi sempre più spesso verso la continua ricerca del famoso “quarto d’ora di notorietà”.
Tuttavia non è infrequente imbattersi in soggetti, persone comuni, persone (più o meno) note, ma anche aziende, che si dedicano ossessivamente ad una frenetica attività di creazione di contenuti che sembra avere un solo obiettivo: acchiappare like (e magari anche follower).
A me personalmente talvolta arrivano anche messaggi privati in cui mi si chiede di mettere un like o di promuovere un certo contenuto…
Se hai bisogno di chiedere un like o altro, vuol dire che il tuo contenuto è di per sé stesso non interessante.
Lasciando stare la "furbizia" di tutti i social, divenuti negli anni sempre più vicini a piattaforme di servizi promozionali, anziché diari aperti in cui raccontarsi ad amici e sconosciuti, è importante riposizionare il proprio focus creativo, andando a lavorare sulla qualità dei contenuti realizzati e condivisi.
Se a un primo sguardo possono sembrare attraenti agli occhi di marketer e imprenditori, in realtà le vanity metrics risultano essere prive di significato dal punto di vista operativo. Metriche come like, commenti e condivisioni, solo per fare alcuni esempi, da un lato offrono informazioni sul livello di seguito di un determinato profilo social, ma dall’altro non riescono a fornire indicazioni accurate sulle performance dei contenuti condivisi, né tantomeno sul successo (o l’insuccesso) dell’intera strategia di social media marketing.
La qualità richiede tempo ed impegno.
Non è necessario pubblicare contenuti per forza, magari addirittura tutti i giorni, se non hai qualcosa di veramente interessante (ed utile) da comunicare.
Lavorare sull'abbondanza, creando valore aggiunto ed apportando qualità, allora, è la strada migliore da perseguire: l'obiettivo deve essere quello di stimolare i propri follower e chiunque chi si ritrovasse ad interagire con il proprio contenuto.
Inseguire le vanity metrics ci rende ridicoli e appaga il nostro ego solo per qualche minuto, inoltre è bene ricordare che ciò che oggi può funzionare, domani non è detto che ottenga gli stessi risultati: gli algoritmi cambiano costantemente, ma ciò che crea interesse nelle persone ed apporta valore aggiunto, resta, rafforza il contatto con la propria community e porta anche nuovi contatti. Tutte cose realmente utili nella vita reale!